048_Nuovo Museo cantonale di storia naturale

Con lo stesso spirito del progetto urbanistico-architettonico la proposta di paesaggio intende conservare il genius loci nelle aree verdi del convento: l'ortaglia e il giardino delle monache saranno pertanto restaurati, recuperando la loro funzione originale. 
Il pergolato, elemento distintivo dell’architettura rurale ticinese, che i contadini utilizzavano come supporto per la vigna e alla cui ombra sedevano nelle calde giornate estive, viene ripreso e reinterpretato in chiave moderna. Sul tracciato oggi segnato da un pergolato metallico viene posta la nuova pergola che abbraccia il nuovo museo e racchiude il "nuovo chiostro", creando un cortile d'ingresso rappresentativo. Il nuovo chiostro si estende su due livelli: quello inferiore, con una superficie permeabile di ghiaia su cui sono collocati vari monoliti di pietra locale; e quello superiore, collegato dalla scala monumentale esistente. La palma al piano superiore viene mantenuta e un grande esemplare della stessa specie viene piantato per completare la simmetria centrale del cortile d'ingresso. Dalla corte e attraverso il pergolato, si intravede, restaurata preservando le tracce storiche tuttora presenti: alle terrazze con muri in pietra e al sistema di canali d'acqua che attraversa il pendio vengono assegnati oggi nuovi ruoli e possibilità di fruizione.

Nello spirito di un’ortaglia viene piantato un nuovo reticolo di alberi da frutta sopra ad un “Sukzessiongarten”. Un manto verde continuo consolida la topografia esistente e disegna leggere sfumature con combinazioni diverse di ghiaietto e humus: la proporzione maggiore di ghiaietto disegna una rete di sentieri che permette di attraversare l'ortaglia, supportando il percorso di accesso di mezzi pesanti, nella continuità di un prato in cui si alternano piante perenni a prati autoctoni. Il taglio differenziato dei prati nella stagione estiva permette di godere del luogo, creando luoghi di incontro in un paesaggio bucolico. Pure il giardino delle suore viene restaurato in maniera conservativa, recuperando la sua funzione di orto. Trasformato con il sistema della permacultura, permetterà di coltivare ortaggi e piante autoctone che favoriscano la biodiversità. Producendo frutta e verdura locale, il frutteto e l’orto delle monache recupereranno la loro funzione originale, la garanzia all’autosufficienza. Inoltre, potranno così rifornire con i loro prodotti il nuovo ristorante – caffetteria, lavorando in sinergia con i suoi chefs (farm-to-table). Una piccola piazza d'ingresso da via Cappuccini consente di accedere al parco. Il passaggio tra l'Ortaglia e il giardino delle suore è costituito da una serie di spazi concatenati affiancati dai canali d'acqua esistenti. 
È qui, all’ombra del ristorante, che è possibile mangiare all'aperto nelle giornate più calde. 
Vengono infine mantenute le due terrazze esistenti che si addentrano nella ortaglia: quella superiore, unico spazio di riposo verde e pianeggiante nella topografia in pendenza, e quella inferiore che raccoglie l'acqua piovana offrendo un prezioso spazio di transizione fra parco e nuovo chiostro, popolato da piante acquatiche.